Le aree coltivate in tutta Italia dalle saline marine coprono quasi 10mila ettari, con una produzione media annua di circa 1,2milioni di tonnellate, sui circa 4,2 della quota raggiunta tra sale marino, salgemma (il minerale estratto dalla terra) e salamoia. La produzione di sale marino nazionale si attesta su un giro d’affari di poco superiore ai 60 milioni di euro.
La salina di Cervia (Ravenna), 827 ettari ricompresi nel perimetro del Parco Regionale del Delta del Po, rappresenta una delle principali ricchezze della Romagna, avendo segnato profondamente la sua cultura, la sua architettura, il suo ambiente e l’immagine del territorio. La salina, alluvionata lo scorso anno, sta ora riprendendo l’attività grazie al sostegno corale delle istituzioni e della comunità.
Tutto ciò è emerso nell’incontro ai Magazzini del sale della città adriatica organizzato da Confagricoltura. È stata questa l’ultima tappa, dopo quelle in Sicilia, Puglia e Sardegna, del percorso stabilito dal coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani nato lo scorso anno a Roma, forte dei molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino. Obiettivo, assimilare la salicoltura marina all’attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema, producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale.
A Cervia la folta partecipazione e condivisione del progetto – tra i presenti il sindaco di Mattia Missiroli, il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, la presidente del Parco Delta del Po Emilia Romagna Aida Morelli, il presidente della salina Giuseppe Pomicetti -, ha rafforzato l’impegno di tutti gli attori del coordinamento.
Confagricoltura sta lavorando alla definizione di un passaggio formale legislativo che fissi i criteri normativi per assimilare la salicoltura marina con l’attività agricola. “Il nostro obiettivo è sicuramente ambizioso e non facile da raggiungere – ha affermato Nicola Gherardi, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura. Pertanto chiediamo che le Istituzioni nazionali, regionali e locali condividano con le imprese e con noi la costruzione di una positiva sinergia. Avvicinando la salicoltura marina all’attività agricola verrebbe ulteriormente potenziato il turismo, rafforzando il legame tra territorio e prodotti agroalimentari. Si lavorerebbe insieme a favore dell’ambiente e della sostenibilità del territorio, a vantaggio anche del comparto agrituristico, visto il legame tra le saline e i prodotti agricoli e agroalimentari di qualità che qui a Cervia e in Emilia-Romagna ha una dimostrazione concreta. Vediamo, quindi, l’integrazione della salicoltura di mare con l’attività agricola non solo come logica e doverosa, ma anche proficua per l’economia del Paese”.

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