Come si sa per il vino non sono tempi facili. Le vendite a livello globale, non solo italiano, stagnano, e i cambiamenti climatici mettono a dura prova le capacità produttive dei viticoltori. Che però sono ben abituati a gestire le difficoltà. Anche la Valpolicella, fortunata terra veronese madre di rossi importanti, si attrezza per difendere, migliorare e valorizzare le proprie eccellenze enoiche.
Ne parliamo con i responsabili della Cantina Valpolicella Negrar, storica realtà che annovera oltre 800 ettari di vigneti, in prevalenza nelle colline della Valpolicella Classica, e circa 250 soci viticoltori – impegnati da pochi giorni nella raccolta delle uve per l’Amarone -, Cooperativa da sempre impegnata nell’innovazione e nella ricerca della qualità
 
Direttore, l’impatto del cambiamento climatico sulla vendemmia premia sempre più una differenza qualitativa tra coloro che hanno saputo gestirlo al meglio in vigna, sia in collina che in pianura?
“Oggi in vigna non c’è più spazio per l’improvvisazione, pena risultati qualitativi mediocri se non addirittura negativi – ci risponde Daniele Accordini, DG e capo enologo di Cantina Valpolicella Negrar. Il cambiamento climatico in atto porta con sé problematiche colturali da affrontare con professionalità ed efficacia, che impongono ancor più al viticoltore una profonda conoscenza del proprio vigneto, in modo da gestirlo al meglio e prevenire le difficoltà che possono sorgere in campo nel corso delle fasi fenologiche della vite.
 
Quindi, come sarà la vendemmia 2024?
Fatte salve le premesse che ho appena espresso quest’anno, come il 2023, sarà una buona vendemmia per chi ha operato da professionista, sia in collina che in pianura”.
 
Anche se il meteo ci ha prostrato con caldi sahariani e bombe d’acqua?
“Come ogni viticoltore sa, la pioggia può essere santa o matrigna. Se a giugno potevamo dirci preoccupati per la quantità di acqua piovana caduta in tarda primavera che aveva favorito le malattie fungine, il rush finale ci sta dando soddisfazioni: le piogge abbondanti dell’ultima settimana sono state una manna ristoratrice per i vigneti in stress idrico da luglio e ha permesso alle uve collinari di maturare alla perfezione. Ma chi ha praticato in vigna durante l’anno una gestione meno attenta dovrà fare una selezione certosina delle uve per l’Amarone. Il peso medio dei grappoli è piuttosto basso, le gradazioni sono alte come negli ultimi anni caldi; ma il fresco notturno di questi giorni aumenta l’escursione termica giorno/notte, per cui le componenti aromatiche e il colore ne trarranno vantaggio. Non ci saranno quindi esuberi di produzione, a tutto vantaggio della qualità”.
 
Presidente, ci troviamo in un momento storico che vede un cambio di gusto specie tra i giovani, più propensi verso vini più snelli, freschi, a gradazione contenuta e dalle acidità più sostenute. Potrebbe allora il Valpolicella Classico incontrare il desiderio dei giovani consumatori? E se si, Cantina valpolicella Negrar come pensa di ritrovare un equilibrio di produzione fra Valpolicella, Ripasso e Amarone, rossi importanti, in modo da acquisire maggior competitività sui mercati?
“Oltre a perfezionare la gestione delle uve in vigna con un uso sapiente della pergola – risponde il presidente Giampaolo Brunelli -, dobbiamo approfittare di questo momento per investire sulla nostra capacità di intercettare il mercato giovanile e mantenere il valore acquisito sul mercato dall’Amarone, che rimane sempre il nostro core business. E nel rispetto della nostra storia – che ci ha visti protagonisti fin dagli anni Trenta del secolo scorso nella produzione e commercializzazione di Amarone -, intendiamo continuare a valorizzare il Valpolicella, il prodotto storico del nostro territorio, che oggi è tornato a essere il vino più moderno della Denominazione”.

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