In Italia sono oltre 25 milioni le persone obese o in sovrappeso. Il 47,6% degli adulti (36,1% in sovrappeso e 11,5% obesi) e il 26,3% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni (2,2 milioni). Se prevarranno le tendenze attuali, entro il 2035, il 51% della popolazione a livello globale, ovvero oltre 4 miliardi di persone nel mondo, vivrà in sovrappeso o con obesità con tassi che aumentano più rapidamente tra i bambini e nei Paesi a basso o medio reddito.
Questo è quello che emerge dall’ultimo Rapporto Barometro dell’Obesità dell’Italia redatto dalla Fondazione IBDO in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave con il contributo assoluto di Novo Nordisk, riportato dalla Fondazione Walter Longo.
Obesity Day, è la campagna di sensibilizzazione per la prevenzione dell’Obesità e del Sovrappeso promossa in Italia dal 2001 da Fondazione ADI e IO-Net, e culmina ogni anno con la giornata del 10 ottobre, collegata al WORLD OBESITY DAY.
Oltre ai dati, a preoccupare gli esperti è il fatto che gran parte degli italiani non riconosce il proprio problema di peso: l’11,1% degli adulti obesi e il 54,6% degli adulti obesi ritiene di avere un peso normale, e la stessa percentuale di 40,3. La percentuale dei genitori di bambini in sovrappeso o obesi considera i propri figli normopeso.
Il rapporto sottolinea la differenza di genere (tra gli adulti, l’11,1% delle donne è obesa rispetto al 12,9% degli uomini; tra i bambini e i giovani, il 23,2% delle donne è in sovrappeso rispetto al 29,2% degli uomini) e le differenze regionali di svantaggio. da sud e le Isole, dove sono in sovrappeso il 31,9% e il 26,1% dei bambini e dei giovani, contro il 18,9% del Nord-Ovest e il 22,1% del Nord-Est, e il 22% nel centro della città. Si confermano le disparità regionali anche tra gli adulti, con l’obesità che varia dal 14% nel Sud e 13,6% nelle Isole al 12,2% nel Nordest e al 10,5% nel Nordovest e al Centro. Inoltre in Italia meno della metà dei bambini (45%) consuma frutta tutti i giorni; percentuale che scende al 31% nel caso della verdura.
Il World Obesity atlas report 2023 prevede che nel nostro Paese l’obesità passerà dall’11,5% al 31% negli adulti entro il 2035, con un incremento annuo del 2%. Anche i bambini vedranno un aumento annuo del 2,1%.
Va segnalato che oltre la ridotta qualità e aspettativa di vita l’obesità determina anche una limitazione dei diritti umani e sociali e la persistenza di uno stigma sociale e quel che peggio clinico. Patologia multifattoriale, l’obesità necessita di un approccio terapeutico integrato.
Una proposta di approccio corretto per ridurre i rischi legati all’obesità e a modelli di consumo sbagliati viene da Coldiretti, che chiede di qualificare l’offerta delle mense scolastiche sulla base dei principi della Dieta mediterranea. Come? Aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e qualificando l’offerta delle mense scolastiche sulla base dei principi della Dieta mediterranea (progetto Educazione alla Campagna Amica). Un dato: negli ultimi cinque anni sono spariti dalle tavole delle famiglie italiane quasi 40 chilogrammi di prodotti ortofrutticoli.
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