Apporre delle scritte sulle bottiglie di vino per scoraggiare i consumi, oltre ad aumentare la tassazione: è la proposta della Commissione UE che va, per Coldiretti/Filiera Italia, nella direzione della “follia tutta ideologica delle etichette allarmistiche sul vino”. “Siamo pronti a scendere in piazza – continuano le Organizzazioni nella lettera (iniziative analoghe sono state intraprese da Eat Europe e Farm Europe) scritta al presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ai commissari alla Coesione e riforme, Raffaele Fitto, all’Agricoltura Cristophe Hansen e alla Salute Olivér Várhelyi – per tutelare i 240mila viticoltori italiani.
Per la cronaca, le proposte rigettate dal mondo agricolo italiano sono contenute nel Documento di lavoro dei servizi della Commissione (Staff Working Document) pubblicato il 4 febbraio us dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante) della Commissione Europea, in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro.
“Riteniamo puramente ideologico imporre sulle etichette del vino la dicitura ‘nuoce gravemente alla salute’, come pure l’aumento delle già elevate imposte sul suo consumo”, commenta il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, “un attacco della Commissione Ue ad un settore che dà lavoro a 1,3mln di persone lungo la filiera, che non ci sembra in discontinuità rispetto alle politiche precedenti, malgrado le tante assicurazioni sulla volontà di tutela del mondo agricolo”.
“I contenuti del recente documento della Commissione UE per la modifica del piano del 2021, il Beating Cancer (Beca), sono addirittura peggiorativi rispetto al piano di tre anni fa, già bocciato dall’Europarlamento”, ricorda il presidente della FNP Vino di Confagricoltura, Christian Marchesini. “Per il nostro settore vitivinicolo già alle prese con un periodo difficile per la minaccia dei dazi, il calo dei consumi e le forti incertezze sul futuro, un inasprimento delle misure è inaccettabile in questi termini. Sia chiaro – prosegue –, non ci opponiamo ai principi ispiratori del Beca, ma il vino è innanzitutto cultura, derivante da pratiche agricole che arricchiscono i territori, elemento fortemente legato al concetto di dieta mediterranea patrimonio dell’umanità, e pertanto non può essere paragonato a una semplice bevanda alcolica.”
Anche Assodistil, l’associazione che da oltre 75 anni rappresenta e tutela le principali realtà del settore della distillazione italiana, interviene preoccupata: “Il settore delle bevande spiritose è quello più penalizzato dalla revisione del piano contro il cancro Beating Cancer Plan. Si tratta – prosegue il Direttore di AssoDistil, Sandro Cobror – di un provvedimento che, nel caso della Grappa e del Brandy italiano, graverebbe su due indicazioni geografiche protette dall’Unione Europea e per le quali la stessa Commissione Europea incentiva programmi di promozione in tutto il mondo. Un vero controsenso!”.
Le Organizzazioni professionali agricole infine si appellano agli europarlamentari italiani affinché il documento sia bloccato in sede di Parlamento e di Consiglio Ue.