Secondo i dati ISTAT nel 2024 il valore aggiunto prodotto dal settore Agricoltura, silvicoltura e pesca, pur rappresentando solo l’1,8% del totale, è aumentato del 2,0% rispetto al 2023, mentre quello complessivo è cresciuto appena dello 0,5%. Questo dato si affianca a quello degli occupati agricoli, che costituiscono mediamente il 3,5% del totale, in crescita dello 0,5% (mentre gli occupati totali sono aumentati dell’1,6%), segnalando in tal modo un aumento della produttività del lavoro espressa da questo comparto (+1,4% mentre in generale essa è calata dell’1,1%).
Nonostante i progressi tecnologici e le norme di sicurezza, i campi e le aziende agricole continuano però ad essere luoghi ad alto rischio. ll settore si conferma tra i più pericolosi per i lavoratori ma dall’analisi del periodo compreso tra il 2019 e il 2023, ultimo quinquennio consolidato disponibile, emerge una riduzione del fenomeno anche per quanto riguarda i decessi.
L’analisi del periodo compreso tra il 2019 e il 2023, ultimo quinquennio consolidato disponibile rilevato alla data dello scorso 31 ottobre, mostra però un contenimento del fenomeno, anche per quanto riguarda i casi mortali. I 26.546 infortuni denunciati all’Inail nel 2023 per la gestione assicurativa Agricoltura, infatti, sono in linea con il dato registrato l’anno precedente ma in calo del 19,7% rispetto alle 33.070 denunce del 2019. Allo stesso modo i 138 decessi denunciati nel 2023 rappresentano il valore più basso del quinquennio, in calo di soli quattro casi rispetto al 2022 ma di ben 33 rispetto ai 171 del 2019 (-19,3%).
A sottolinearlo è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che approfondisce rischi e caratteristiche di questo settore vitale per l’economia del Paese.
L’incidenza degli incidenti in itinere è solo del 6%. La riduzione del 19,7% degli infortuni denunciati è sintesi di una diminuzione ancora più sensibile {-20,3%) ira i casi in occasione di lavoro, direttamente correlabi all’attività lavorata svolta, e di quella più contenuta (-8,1%) delle denunce di infortuni in itinere, avvenuti nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro e causati principalmente da incidenti stradali. ln un settore come quello agricolo, dove spessa il lavoratore vive sul luogo di lavoro, con esigenze di spostamento ridotte al minimo, l’incidenza degli infortuni in itinere sul totale dei casi denunciati è pari al 6%,
molto meno significativa rispetto al 19% dell’industria e servizi e al 32% del Conto Stato.
L’incrocio con i dati Istat sull’occupazione.
Leggendo i numeri assoluti degli infortuni alla luce dei dati Istat sull’occupazione, che nel quinquennio analizzato hanno fatto registrare un andamento altalenante in agricoltura, tra la riduzione del 2020 causata dalla pandemia, una parziale ripresa nel 2021, una stabilizzazione nel 2022 e un nuovo decremento nel 2023 rispetto all’anno precedente (-2,8%), si passa dal 22,5 infortuni riconosciuti sul lavoro del 2019 ogni mille unità lavorative annue (ula) ai 18,5 del 2023. I casi mortali, invece, sono passati da 0.097 ogni mille ula nel 2019 a 0,070 nel 2023. Sebbene questi cali siano ricollegabili anche a una diminuzione degli esposti al rischio, la contrazione percentuale degli incidenti in occasione di lavoro riconosciuti positivamente dall’Inail è superiore a quella del numero degli occupati,
Al Nord quasi la metà dei casi accertati.
A livello territoriale gli infortuni del 2023 accertati positivamente in occasione di lavoro sono concentrati al Nord, con circa il 46% dei casi sia in complesso che mortali, mentre l’incidenza del Meridione aumenta dal 33% di infortuni in complesso fino al 40% tra quelli mortali. Il Centro viceversa, pesa rispettivamente il 20% sul totale degli infortuni e il 14% tra i decessi. La presenza femminile è circoscritta al 18% tra i casi in complesso e al 3% tra quelli mortali (2 su 72). Gli infortunati nati all’estero rappresentano invece circa d 19%, sia sul totale degli infortuni che tra i decessi.