La Strategia Forestale Nazionale è stata approvata ormai tre anni fa. Con circa 12 milioni di ettari di boschi, pari al 36% del territorio nazionale, l’Italia è tra i Paesi con la crescita maggiore del proprio patrimonio forestale. Tuttavia, solo una piccola parte di queste risorse viene gestita attivamente, con il rischio di degrado e perdita di biodiversità. 

Alcuni numeri. Sono 80.000 le imprese agroforestali in Italia che impiegano oltre 500.000 lavoratori e con un saldo commerciale positivo che supera i 40 miliardi di euro. Numeri significativi, che fanno di questo comparto il secondo per importanza nell’industria manifatturiera italiana. L’Italia è anche la prima importatrice europea di legname per l’industria, la prima al mondo di legna da ardere e la quarta per cippato e scarti di legno. 

Le filiere. Arredo, energia da biomasse, edilizia: le filiere legate alla risorsa legno sono molte, ma ancora troppo dipendenti dall’importazione di materia prima. Infatti, se il fabbisogno nazionale di legname ammonta a 53 milioni di metri cubi, solo 15 milioni provengono da risorse interne. Negli ultimi 50 anni le foreste in Italia sono raddoppiate, ma non per una strategia pianificata, bensì per la mancata valorizzazione delle aree rurali e montane. Questo ha ridotto la deforestazione, ma ha anche aumentato il rischio di incendi e frane. 

”Il settore presenta numeri così importanti che sembra davvero un paradosso il ricorso massiccio all’importazione di legname – commenta Enrico Allasia, presidente della Federazione Nazionale Risorse Boschive e Coltivazioni Legnose di Confagricoltura -. In Italia il prelievo di legname è fermo al 30% l’anno, rispetto a una media europea che supera il 60%. Abbiamo bisogno di valorizzare i boschi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Se vogliamo dare un futuro al comparto – aggiunge Allasia – si deve intervenire con l’applicazione della Strategia Nazionale Forestale, con interventi di semplificazione burocratica e con l’allentamento dei vincoli sulle opere infrastrutturali, fondamentali per l’attività d’impresa”.

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