Bilancio positivo l’assemblea annuale del CEPF – Confederazione europea dei proprietari forestali -, presieduta da Sven Erik Hammar e tenutasi a Peccioli (PI) con organizzazione di Confagricoltura. Si chiude con un appello alle istituzioni UE perché riconoscano il ruolo centrale dei proprietari forestali nella definizione delle politiche ambientali e boschive. È necessario rafforzare il loro coinvolgimento nei processi decisionali, semplificare il quadro normativo, adattare i sostegni alle diverse realtà territoriali e strutturali, e valorizzare economicamente i servizi ecosistemici forniti dalle foreste, come il sequestro di carbonio, la tutela della biodiversità e la qualità dell’acqua. È stata infine ribadita la necessità di investire nella ricerca, nell’innovazione e nell’assistenza operativa, soprattutto per i piccoli proprietari e le nuove generazioni, e di abbandonare l’approccio uniforme, privilegiando soluzioni su misura, in linea con i principi di sussidiarietà e con le politiche forestali nazionali già esistenti.
- Dati e contenuti
Nella tre giorni pisana, che ha visto la presenza di relatori e stakeholder da oltre 35 Paesi, è stato ricordato che oggi in Europa sono oltre 15 milioni i proprietari forestali: uomini, donne e famiglie con storie, culture e interessi diversi, che assieme gestiscono circa 100 milioni di ettari di foreste, pari al 60% del patrimonio forestale dell’Unione Europea – due volte la Spagna. Un’associazione che entro il 2030 vuol essere una pietra angolare di una “Ue sicura, sostenibile, resiliente e competitiva – è stato evidenziato – grazie a una gestione attiva e sostenibile delle foreste, condizione essenziale per la salute degli ecosistemi e per lo sviluppo della bioeconomia”.
Quindi i proprietari forestali europei hanno ribadito di voler continuare a svolgere un ruolo chiave nell’affrontare le grandi sfide del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla perdita di competitività, fino alla transizione energetica e alla coesione sociale. E fare in modo che i cittadini europei possano continuare a beneficiare di tutti i servizi ambientali, economici e culturali offerti dalle foreste, rafforzando il legame tra persone e territorio. - Massimiliano Giansanti
Per il presidente di Confagricoltura e del Copa, le foreste rappresentano una risorsa troppo spesso sottovalutata. “Svolgono – ha dichiarato – un ruolo essenziale nel processo di mitigazione climatica, grazie alla loro capacità di assorbire e trattenere il carbonio. Ma non basta salvaguardarle: è necessario promuoverne una gestione attiva e multifunzionale, valorizzando il lavoro dei proprietari forestali”. Serve quindi rafforzare gli investimenti pubblici e privati per sostenere, tra l’altro, l’uso a cascata del legno, puntando sulle filiere di maggiore valore (edilizia e carpenteria) e su quelle energetiche, fondamentali per la diversificazione delle fonti. Il tutto senza trascurare la valorizzazione dei prodotti forestali non legnosi, come opportunità di reddito e leva per lo sviluppo della bioeconomia. “Dobbiamo cambiare paradigma – ha concluso Giansanti – e considerare le foreste non solo come un bene da tutelare, ma come una leva concreta di sviluppo sostenibile”.