Sono 15 le aziende emiliane che hanno aderito al progetto Life AgriCOlture della Unione Europea, che avvia una nuova pratica agro-ecologica per la sostenibilità ambientale. Il progetto sta indagando come è possibile contrastare l’accumulo di anidride carbonica in atmosfera favorendo lo stoccaggio nei terreni con tecniche di agricoltura conservativa. Sarà d’esempio per le aziende che vorranno cimentarsi in questa pratica in futuro, su scala nazionale e, anche europea, spiega Domenico Turazza, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Infatti Life AgriCOlture è promosso da Consorzi di Bonifica Emilia Centrale e Burana, Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Crpa in 15 aziende agricole dell’Appennino tra Parma, Reggio Emilia e Modena. Un progetto, attinente sia all’ecoschema 4 (vedi sotto) sui sistemi foraggeri che non utilizzano trattamenti e diserbi, che all’ACA 6 per l’introduzione di colture di copertura e della bulatura”, osserva Maria Teresa Pacchioli, ricercatrice del Crpa; e noi siamo impegnati a pianificare e seguire le innovazioni per sostenibilità ambientale. Inoltre, l’introduzione di leguminose diverse dall’erba medica, anche in consociazione con graminacee, introdotte attraverso la trasemina su sodo di prati degradati per realizzare prati con cotici più robusti, daranno migliore valore nutritivo della biomassa e contrasto all’erosione. I prati così potranno essere maggiormente remunerativi anche grazie ai contributi della nuova Pac.
Ma spieghiamo meglio:

  • L’eco-schema numero 4 Sistemi foraggeri estensivi, è finalizzato a “favorire l’introduzione in avvicendamento di colture leguminose e foraggere, nonché colture da rinnovo con l’impegno alla gestione dei residui in un’ottica di carbon sink, al fine di sostenere orientamenti produttivi aziendali meno impattanti in termini di impiego di input produttivi”.
  • L’intervento agro-climatico-ambientale ACA 6 – Introduzione di colture di copertura e della bulatura intende sviluppare il settore delle colture proteiche. Le colture cosiddette di copertura sono finalizzate alla produzione di servizi agronomico-ambientali, quali: il contrasto dei fenomeni di degradazione del suolo (erosione, compattamento e perdita di biodiversità), l’apporto o il recupero di nutrienti, la conservazione della sostanza organica, la riduzione del tasso di mineralizzazione e la riduzione di eventuali effetti negativi delle colture precedenti sulla fertilità biologica. L’operazione prevede un sostegno per l’incremento della copertura vegetale delle superfici a seminativo e per l’introduzione di tecniche quali la bulatura (trasemina di leguminose su cereali).
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