“In Italia, a fronte della crisi climatica in atto, la pedissequa applicazione della Direttiva Quadro Acque, pur condivisibile negli obbiettivi, rischia paradossalmente di pregiudicare il delicato ecosistema, di cui siamo gestori, interviene Francesco Vincenzi, Presidente Nazionale ANBI. L’Oasi di Noale (VE) è una bella dimostrazione della molteplicità di funzioni, che possono essere assolte dai bacini, scrigni di biodiversità e casseforti di una risorsa quantomai preziosa.”

Un sistema in grado di invasare fino a 330.000 metri cubi d’acqua, funzionali a contenere le piene del rio Draganziolo (un fiume di risorgiva), alla fitodepurazione delle acque sversanti nella laguna di Venezia (abbattendo fino a 4 tonnellate d’azoto all’anno), a preservare e rigenerare la biodiversità: sono i 43 ettari dell’Oasi di Noale (VE), un’ex cava d’argilla, il cui completamento è stato inaugurato dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive, grazie ad un finanziamento regionale di 2.300.000 euro stanziati attraverso la Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.

“E’ la dimostrazione della capacità che i Consorzi di bonifica hanno di curare le ferite derivanti da uno sfruttamento del suolo troppo spesso irrispettoso dell’ambiente – commenta Francesco Cazzaro, Presidente di ANBI Veneto. Questo Consorzio, ad esempio, ha già realizzato 190 ettari di aree umide, 68 ettari di boschi igrofili, 27 chilometri di fasce tampone, oltre alla riqualificazione ambientale di 53 chilometri di canali.”

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