Per il 2023, l’equinozio d’autunno, quello che avvia la stagione del “foliage”, con il paesaggio che vede virare i suoi colori dal verde ai toni del rosso, abbassamento delle temperature e crescita del tasso di piovosità, si verificherà sabato 23 settembre.
Il maltempo quindi sancisce la fine dell’estate dal punto di vista climatologico che quest’anno ha fatto registrare una temperatura superiore di 1,04 gradi sulla media storica, che la classifica così tra le otto più calde dal 1800.
Un trend meteo che sembra portarci verso la tropicalizzazione, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti. Nel 2022 gli esperti hanno calcolato che si sono sciolti 5 km cubi di ghiacciai alpini, lanciando l’allarme: “Bisogna ridurre le emissioni e adattarci a una nuova realtà climatica”. Il surriscaldamento ha raggiunto +1,2°C rispetto alla media industriale, in montagna però l’incremento è maggiore.
Per rincarare la dose, il caldo record in Italia nell’estate 2023 è stato accompagnato da una media di oltre 22 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento (analisi Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database Eswd).
Questo ha comportato un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70%, e cali anche per il pomodoro e la vendemmia (-12%).
Che fare? Servono investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo; e poi  ricerca e innovazione, indispensabili per lo sviluppo di coltivazioni resistenti e nuovi orientamenti colturali.

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