Il 5 dicembre si celebra la Giornata Mondiale del Suolo indetta dalle Nazioni Unite. Pochi centimetri di terra, fondamentali per la vita del pianeta e degli esseri umani. Il suolo è una risorsa preziosa sul piano ecologico ed economico, limitata e non rinnovabile. Insieme all’acqua e all’aria è uno dei presupposti fondamentali per la vita. Con la sua superficie e come habitat, il suolo serve anche per la produzione di alimenti e di foraggio, funge da fonte di energia e di materie prime e fa da sostrato ai boschi di protezione, agli agglomerati, alle infrastrutture di trasporto e agli impianti di approvvigionamento e smaltimento. Svolge anche funzioni immateriali in quanto componente della natura e del paesaggio, memoria storica dell’evoluzione culturale e geologica, luogo sacro per determinate religioni, oggetto di ricerca.
Degrado e disboscamento, desertificazione, erosione, impermeabilizzazione, si traducono in un impoverimento dei terreni; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale attesa di 10 miliardi di persone nel 2050. L’agricoltura, per assicurare la sicurezza alimentare, dovrà produrre di più (30%) e dovrà farlo con risorse limitate e suoli più vulnerabili.
Il tema di quest’anno è “Suolo e acqua, risorse per la vita”: la relazione tra questi due elementi è fondamentale – e al tempo stesso estremamente delicata – per raggiungere sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti ai sempre più intensi e frequenti effetti del clima impazzito: dalla siccità alle alluvioni, dalla risalita del cuneo salino, fino al dissesto idrogeologico.
Gli agricoltori sono legati alla terra, ed è per questo che sono i primi ad avvertire e toccare con mano gli effetti dei cambiamenti climatici.
Per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di ‘consumo di suolo zero’, stabilito dall’ONU e dall’Unione europea, servono azioni politicche ed educative incisive.
Secondo il Rapporto Ispra 2023 il consumo di suolo in Italia ha raggiunto una superficie di ulteriori 76,8 chilometri quadrati, il 10,2% in più in un anno, con una media di oltre 21 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 11 anni. Parallelamente l’agricoltura ha perso 4500 ettari coltivati, il 63% del consumo di suolo nazionale.
La Commissione europea ha proposto una nuova direttiva sul monitoraggio della salute del suolo. A livello nazionale risulta assegnata alla Commissione Ambiente della Camera una proposta di legge finalizzata a promuovere il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana.
Puntare su suoli sani e sul verdeè una scelta dove tutti gli attori risultano vincenti e che, oltre a conseguire un efficace contrasto al cambiamento climatico, permette di migliorare la qualità della vita e della salute umana. Un esempio sono i ‘Parchi della Salute’ nelle città italiane, dove Confagricoltura, Assoverde e Képos, stanno operando per promuovere il verde urbano.

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