Davide  Gomiero, giovane agricoltore padovano e influencer sui social, che ha partecipato in questi giorni alla “protesta dei trattori”, lo dice in modo molto chiaro: ”Molti sono i motivi di questa nostra sollevazione, soprattutto i prezzi che non remunerano il nostro lavoro. È troppo larga la forbice tra quello che noi prendiamo e a quanto il nostro prodotto viene poi venduto, sia carne, frutta, verdura latte, etc. Cresce anche di cinque volte; e crescono anche i nostri costiproduttivi, quindi i nostri margini si riducono sempre più.”
Ci sono altri punti su cui protestate?
“Ma si, ad esempio le politiche green della UE sulle semine, la messa a riposo, ovvero rendere incolti i terreni produttivi; anche in Emilia Romagna offrono 1500 € per l’incolto.. Questo non va bene. Ma poi ci sono ritardi nel pagamento della PAC, dobbiamo ancora ricevere quelli dell’anno scorso. Le rotazioni obbigatorie anche se non ne hai bisogno…”
Protesterete anche in occasione di Fieragricola, a Verona, mercoledì 31 Gennaio?
“Sinceramente non si sa, ci sarà il Ministro Lollobrigida, vedremo…”
 
Quindi lo slogan è un po’: non vogliamo sussidi, vogliamo il giusto prezzo per ciò che produciamo. Le proteste di questo comitati spontanei, non collegati alle storiche organizzazioni professionali agricole, stanno crescendo un po’ dappertutto da nord a sud: nel veneto, nel Lazio – al casello autostradale di Orte che è stato chiuso per oltre due ore -, lungo l’autostrada A1, da Perugia alla Lucchesia, al Vercellese..
Si corderà che tutto è cominciato in Germania un mese fa, con blocchi sulle autostrade, villaggi e città. Quindi la protesta si è estesa a coltivatori e allevatori di Francia, Grecia, Belgio e Lussemburgo.
Presidi si prevedono per martedì prossimo in Lombardia, Toscana e Sardegna promossi dal movimento «Riscatto Agricolo».
Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida segnala però che differenza tra la situazione italiana e le altre: “Noi siamo dalla parte degli agricoltori. La verità è che le politiche dell’Ue, avallate dai governi che ci hanno preceduto, sono state semplicemente folli. Mentre l’Italia ha mantenuto i benefici sul carburante agricolo e non ha intenzione di cambiare questa scelta”.

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