La manifestazione dedicata alle tecnologie per la produzione di energia da biomasse e la prevenzione del dissesto idrogeologico tiene fino al 6 luglio la sua prima edizione presso l’azienda La Dogana di Barberino del Mugello.
Entro il 2030 l’Europa dovrà ridurre del 55% le emissioni nette di gas serra per poi raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo delle emissioni zero. Per tagliare questo traguardo ambizioso, la road map fissata da Bruxelles prevede che nei prossimi quattro anni la produzione energetica da FER (Fonti di Energia Rinnovabile) cresca in misura significativa sino a raggiungere il 42,5% del totale. 
In un contesto europeo comunque diversificato, nel quale alcuni Paesi – Finlandia e Svezia soprattutto – sono ormai vicini alla meta, l’Italia è ancora molto indietro. Nel 2023 infatti la quota di energia prodotta con le FER italiane, pari a 22,6 Megatep, copriva a stento il 20% dei consumi finali lordi, pari a complessivi 115,4 Megatep (circa 1.350 terawatt ora). 
A rilanciare il tema della neutralità climatica e delle fonti energetiche rinnovabili è l’Italian Biomass Association (Itabia) che alla vigilia dell’evento denominato FUTA EXPO, in programma a partire da domani venerdì 4 luglio presso l’Agriturismo La Dogana di Barberino del Mugello (Firenze), sottolinea il ruolo di primo piano svolto dalle bionergie nella politica energetica nazionale. 
Sempre nel 2023, biomasse, bioliquidi e biogas hanno prodotto ben 9,5 megatep – evidenzia Itabia – coprendo l’8,2% dei consumi finali lordi di energia, in special modo termica. Le biomasse costituiscono dunque una risorsa strategica per l’economia italiana, tanto più se si considera che il patrimonio forestale del Paese si estende su 11 milioni di ettari, vale a dire sul 36,4% del territorio della Penisola. “L’Italia possiede un ‘giacimento verde’ che viene sfruttato solo in minima parte. La produzione nazionale di biomassa da operazioni di silvicoltura è stimata intorno ai 4-5 milioni di tonnellate l’anno mentre i consumi stimati sono dell’ordine dei 20 milioni di tonnellate anno. Peraltro – spiega il presidente di Itabia Vito Pignatelli – i prelievi legnosi interessano solo il 28-30% degli accrescimenti annui di biomassa, a fronte di una media europea che si attesta al 65%”. 

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