Non si ferma l’impegno della Chiesa cattolica verso i temi della Salvaguardia del Creato, riflessione avviata da Papa Francesco dieci anni fa con l’Enciclica “Laudato sì”.
Infatti le Chiese dell’Africa, dell’America Latina e dei Caraibi e dell’Asia in preparazione alla COP30 che si terrà a Belém, capitale dello stato del Pará, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, dal 10 al 21 novembre 2025, hanno recentemente redatto un documento che hanno presentata a Papa Leone IV e poi divulgato proprio sui temi della giustizia climatica, della conversione ecologica e della cura della Casa Comune.
Già il titolo è eloquente: “Un llamado por la justicia climática y la casa común: conversión ecológica, transformación y resistencia a las falsas soluciones” (Un appello per la giustizia climatica e la nostra casa comune: conversione ecologica, trasformazione e resistenza alle false soluzioni).
Emilce Cuda, Segretaria della Pontificia Commissione per l’America Latina (Pcal), nel presentare il documento alla stampa ha usato la coincidenza dei nomi tra Betlemme e la città brasiliana che ospiterà la prossima COP 30: “Come i Tre Re Magi, questi tre cardinali a capo delle conferenze episcopali delle Chiese cattoliche del Sud del mondo, seguendo la stella di Betlemme, ci guidano a Belém”. E, come scrive l’Agenzia SIR, portano tre doni: una fede rinnovata in Dio e una ferma fiducia nell’umanità; il grido per una nuova giustizia ambientale come forma più alta di carità; e la certezza che la speranza non delude”. Ha proseguito la segretaria della Pcal: “Il documento costituisce un esempio concreto di costruzione di ponti per superare: la divisione, il conflitto, lo spazio e l’ideologia. Andremo alla COP 30 per costruire quella pace in mezzo a questa guerra a pezzi contro il Creato, dove muoiono molti e ne moriranno ancora di più se non agiamo subito, come avvertono gli scienziati dell’Onu”.
Dunque un Documento che segnala che la lotta per la conversione climatica non è solo ambientale, ma anche morale. “La Chiesa non rimarrà in silenzio. Continueremo a parlare con la scienza, con la società civile, con i più vulnerabili, con la verità e la coerenza, finché non sarà fatta giustizia”, si legge nelle prime pagine, e continua: “La crisi climatica è una realtà urgente, con un riscaldamento registrato di 1,55°C nel 2024. Non è solo un problema tecnico: è una questione esistenziale, una questione di giustizia, di dignità e di cura della nostra casa comune. La scienza è chiara: limitare il riscaldamento globale a 1,5°C per evitare effetti catastrofici. Non dobbiamo mai abbandonare questo obiettivo. Sono il Sud del mondo e le generazioni future a subirne già le conseguenze”.
Il ruolo della Chiesa.
“La Chiesa non si ferma alle parole: difenderemo i più vulnerabili in ogni decisione sul clima e sulla natura – affermano i Vescovi -. Educheremo all’ecologia integrale e promuoveremo economie solidali, la sobrietà felice della Laudato sì e il buon vivere delle saggezze ancestrali. Rafforzeremo l’alleanza intercontinentale tra i Paesi del Sud globale per promuovere la cooperazione e la solidarietà. Monitoreremo i risultati delle COP attraverso un Osservatorio sulla giustizia climatica. Chiediamo una coalizione storica tra attori del Nord e del Sud globale per affrontare le crisi in modo solidale”.
Il Cardinale Jaime Spengler, Arcivescovo di Porto Alegre, Brasile, Presidente del CELAM e Presidente della CNBB, durante la conferenza stampa ha sottolineato: “Il suo messaggio è chiaro: non c’è giustizia climatica senza conversione ecologica, e non c’è conversione ecologica senza resistenza alle false soluzioni. Il documento che presentiamo non è un gesto isolato. È il frutto di un processo sinodale, di discernimento spirituale e comunitario tra Chiese sorelle del Sud globale: Africa, Asia, America Latina e Caraibi. Contiene i principali punti di appoggio, le proposte e le denunce fatte dalla Chiesa, in accordo con il Magistero di Papa Francesco e di Papa Leone XIV, in relazione alla crisi climatica e alle questioni in discussione alla COP30”.
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