L’utilizzo della parola “verdicchio” sarà facoltativa, a discrezione di ogni singolo produttore. Una decisione importante, assunta all’unanimità dall’assemblea dei soci del Consorzio del Verdicchio di Matelica DOP (MC). Tanto importante da veder presente mezza Giunta: il sindaco Massimo Baldini, l’assessore all’agricoltura Denis Cingolani (anche V.Sindaco), quello alle attività produttive Maria Boccaccini; e non mancava il presidente dell’associazione produttori Umberto Gagliardi. Importante ma non facile, infatti il percorso è iniziato diversi anni fa. Comunque la scelta di cambiare la denominazione è certamente una svolta epocale che vuole dare una valenza sempre maggiore al territorio, “la cui prima presenza è accertata, ricorda Cingolani, da un atto notarile risalente al 1579, mentre nel 1967 il Verdicchio di Matelica è stato proclamato DOP con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”. Va ricordato che questa scelta va anche nella direzione di qualificare e valorizzare la produzione di un vino che ha nella sua denominazione locale, la bella cittadina di Matelica e il suo territorio collinare storico, uno dei punti di forza che poteva essere indebolito dalla omonimia con quello della medesima denominazine della vicina Jesi. Tra le modifiche apportate al disciplinare, che quindi vogliono anche incontrare le nuove dinamiche del gusto e delle mode da parte dei consumatori, la possibilità di produrre tipologie di spumante anche come brut nature.

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