I richiedenti del Referendum di fatto sostengono che gran parte del trevigiano è un’enorme monocoltura a Prosecco; con l’impiego di pesticidi che continua a crescere. Perciò, chiedono, si vada prima possibile al voto. Infatti, dopo ben tre anni, la Prima sezione del Consiglio di Stato ha espresso parere di inammissibilità sul ricorso straordinario che il mondo dell’agricoltura ha proposto al Presidente della Repubblica: risultato, si potrà svolgere il Referendum consultivo popolare per la messa al bando dei fitofarmaci nel cuore delle colline trevigiane, ora Patrimonio dell’Unesco. Il “Comitato di Conegliano”, promotore della proposta referendaria, si è trovato contro praticamente tutte le organizzazioni professionali agricole, Confagricoltura, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori ed anche il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco e quello del Conegliano-Valdobbiadene DOCG. La richiesta unanime era appunto di annullare il Referendum, sostenuto da oltre 2.500 firme raccolte nel 2018, concesso dal Comune di Conegliano il 4 ottobre 2019. Cosa si dovrà votare? Il quesito chiederà di “promuovere nel territorio comunale l’uso di prodotti fitosanitari ammessi nelle pratiche dell’agricoltura biologica e/o dinamica” e di “vietare l’utilizzo di sostanze tossiche, di prodotti sintetici e di diserbanti chimici dannosi per la salute e l’ambiente e comunque di fitofarmaci chimici di sintesi all’interno dei confini comunali”. Molta acqua, o vino, dovrà però ancora scorrere sotto i ponti prima della pronuncia popolare; infatti il Comune è commissariato (dimissioni del Sindaco), con le elezioni in programma in autunno. Se ne parlerà più avanti…

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