L’EDO, l’European Drought Observatory, colloca le aree dell’Asta Tanaro (AT) e dell’Agogna-Terdoppio (NO-VC) nell’elenco delle zone a rischio aridità. Infatti, nonostante un incremento complessivo delle piogge, il territorio del Piemonte è ultimamente caratterizzato da ampie aree di siccità (indice S.P.I. – Standardized Precipitation Index), dal quale si salvano solo i bacini idrografici di Toce, Ticino, Sesia ed Orco; dall’inizio dell’anno permangono, invece, sotto media le portate dei fiumi Stura di Lanzo, Tanaro, Sesia (fonte A.R.P.A.Piemonte). Lo si evince dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche in linea con il monitoraggio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, che indica anche per il delta del Po, tra le province di  Ferrara e Rovigo, criticità causate da un prolungato deficit nelle precipitazioni. Questo mese di maggio poi, tra i più freddi del decennio, ha rallentato la fusione del manto nevoso alpino, che comunque si mantiene sostanzialmente nella media del periodo. “Sarà interessante verificare, se lo scioglimento delle nevi arriverà in tempi utili a garantire l’equilibrio idrico nel bacino padano a fronte dell’incipiente stagione estiva o se sarà necessario rilasciare più acqua dai bacini naturali del Nord” commenta il Segretario Generale dell’ Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli. I fiumi valdostani sono in forte ripresa, mentre tra quelli piemontesi crescono il Pesio  e la Dora Baltea; in Lombardia è in leggerissima ripresa il fiume Adda, che rimane però al minimo dal 2017. In Veneto, le portate dei fiumi sono in forte recupero dopo un Maggio ricco di precipitazioni. In Toscana sono sopra la media le portate dei fiumi Arno, Ombrone e Serchio, mentre resta deficitaria la Sieve. Come previsto dai rapporti dell’EDO, nelle Marche permane una situazione difficile con fiumi (praticamente dimezzate le portate di Potenza, Esino e Tronto) ed invasi (mancano circa 5 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso, ma oltre Mmc. 10 verso 2019 e 2918) lontani dai valori degli anni precedenti; in Umbria si registrano precipitazioni più scarse rispetto agli anni scorsi, ma la diga Maroggia si conserva in linea con la media. Restano pressochè invariate le condizioni dei corpi idrici del Lazio. In Campania, i fiumi Sele e Garigliano risultano in calo, mentre resta sostanzialmente  stabile il Sarno; in calo sono il lago di Conza e gli invasi del Cilento. Forti di una buona condizione generale (+ 103,1 milioni di metri cubi sul 2020), gli invasi della Basilicata calano di 9 milioni di metri cubi in una settimana, mentre un alert arriva dalla Calabria, dove l’invaso Sant’Anna (Mmc. 10,15) è al livello minimo dal 2017. Analogamente alla Lucania, i bacini della Puglia calano di circa 8 milioni di metri cubi per la piena attività irrigua, ma è il Salento a fare notizia, perché entra nel report di Maggio dell’EDO come una tra le zone in maggiore sofferenza idrica. Conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI:“Nel nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese abbiamo previsto il completamento di 16 opere ancora incompiute (una delle nostre piaghe “idriche”): 4 al Nord, 6 rispettivamente al Centro ed al Sud. L’investimento necessario è di circa 451 milioni di euro, che attiverebbero 2.258 posti di lavoro.”

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