“Di fronte all’Ungheria abbiamo dovuto rinunciare al nome del Tocai, nonostante fosse prodotto anche da noi. In questo caso non si deve assolutamente cedere sotto il profilo identitario. La difesa non è solo un atto di protezionismo agricolo, economico o commerciale. È una difesa della nostra storia e della nostra identità”. Così Luca zaia, presidente della Regione Veneto, che continua:”Il Prosecco ha una sua identità che non può essere assolutamente confusa. È scandaloso che l’Europa consenta di dare corso a simili procedure: non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati ma di salvaguardare un diritto identitario”. Rincara la Coldiretti Veneto: “A pochi giorni dall’anniversario del riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco arriva l’attacco al vino più venduto nel mondo. Bel regalo di compleanno”, che ricorda la data del 7 luglio 2019  come quella legata al brindisi per festeggiare la prestigiosa conquista, appunto l’assegnazione di sito patrimonio dell’umanità. Si tratta dell’ennesimo tentativo di plagiare il successo del Prosecco nazionale dopo i tentativi smascherati del passato, della vendita di falso prosecco alla spina a quello in lattina ma anche con imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, dal Whitesecco al Crisecco. Un prodotto che fa gola il Prosecco, che nel 2020 in piena pandemia ha realizzato un valore delle esportazioni superiore al miliardo di euro. Per questi motivi – interviene il deputato europeo Paolo De Castro, già ministro dell’Agricoltura italiano, abbiamo chiesto l’impegno del commissiario Wojciechowski al fine di evitare la pubblicazione in Gazzetta ufficiale Ue della domanda di protezione della menzione tradizionale ‘Prosěk’, e di dimostrarsi ancora una volta al fianco dei nostri produttori di qualità nel rafforzamento delle Indicazioni geografiche, come richiesto anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen”.

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