Il periodo del “Radicio verdòn da cortel” (o, a seconda della zona nel quale viene raccolto, radicchio da campo o da troso, verdolino e molte altre) è proprio questo, tra fine inverno e inizio primavera. È piccolo, massimo 15 cm., a forma di rosetta, dal colore verde intenso con il cuore verde-giallo. La raccolta avviene esclusivamente a mano con l’aiuto di un coltello a lama corta; dopo essere stato mondato e lavato il verdòn è pronto per essere consumato. Pianta rustica che risale al 1600 come alimento povero, il Radicio verdon da cortel ha come areale principale di produzione il trevigiano (Treviso, Quinto, Zero Branco, Casale sul Sile, Preganziol, Casier, Ponzano, Roncade, San Biagio, Monastier, Paese e Istrana).


E proprio a Treviso, nella splendida Loggia dei Trecento di piazza dei Signori, domenica 20 Marzo si è tenuta la 20^ edizione della “Mostra mercato del Radicio verdon da cortel” organizzata dalla Congrega del Tabàro e dal suo storico Presidente Tiziano Spigariol, produttore di verdòn, ritornata dopo due anni di sospensione causa Covid. Nell’occasione la Congrega ha voluto assegnare al giornalista Mimmo Vita il premio “Terra e mani che lavorano” per lo storico impegno che Vita ha profuso in questi anni per la valorizzazione del lavoro e delle professionalità in agricoltura (nella foto Mimmo Vita al centro con la pergamena, tra il presidente Spigariol – con la barba, e il V.presidente Mario Innocente).


Tornando al verdòn, la produzione come detto risale ai tempi remoti dell’agricoltura povera quando questa cicoria cresceva spontaneamente nei campi e, i contadini, lo raccoglievano ad inizio primavera consumandolo crudo o cotto, prevalentemente, in abbinamento con la polenta.

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