Nonostante pandemie, guerre e cambiamenti climatici sempre più evidenti, su una cosa forse ancora possiamo contare. O meglio, anche se uno dei detti più popolari è quello: “Non ci sono più le stagioni di una volta”, grazie alle rivoluzioni della terra attorno al sole ed al suo asse, le stagioni continuano a susseguirsi. È primavera ormai da quasi un mese e, specie nelle aree pedemontane dove questa coltura rimane storica, inizia la raccolta dei piselli, uno dei legumi più diffusi e consumati. Si pensi che la produzione mondiale, dati Fao 2018, è stata di 21.225.579 tonnellate (tra piselli freschi e secchi) su una superficie di 10.621.918 ettari, con un balzo del 41% per produzione e del 31% per superfici in un decennio. Per il pisello fresco l’Italia è terza in Europa e 14esima al mondo. Come è facile immaginare, sono molti gli ecotipi locali di questo simpatico legume che vanno salvaguardati in un’ottica di valorizzazione della biodiversità vegetale in quanto rischiano l’estinzione perché non rispondono alle caratteristiche richieste dalle filiere industriali (troppo piccoli, troppo grandi, poca produzione, poco dolci, troppo dolci, etc…).


Anche a NordEst, appunto nella fascia pedemontana, le piante di pisello che qui si chiamano “bisi”, trovano una grande tradizione di produzione. Ed infatti da metà maggio, quando inizia il periodo della raccolta, molte sono le feste venete organizzate per valorizzarle. Particolarmente importante quella di Colognola ai Colli, bella cittadina ad una trentina di km a est di Verona, posta all’imbocco della Val d’Illasi, a metà fra la Valpolicella DOC e la zona di produzione del Soave DOC. La 64a edizione della storica “Sagra dei bisi”, dopo due anni di stop, si terrà in tre fine settimana (21-22, 28-29 maggio e 4-6 giugno) con un ricco programma di intrattenimento: dalle passeggiate collinari enogastronomiche e storico-culturali, alla mostra-mercato in villa ai menù a tema nei ristoranti del territorio.


Il Verdone nano, antica cultivar di piselli considerata un’eccellenza gastronomica sin dai tempi della Serenissima (il Doge pretendeva sempre “Risi e Bisi” il 25 Aprile festa di San Marco…), ed oggi sempre più apprezzato da buongustai e cuochi di professione, è piccolo, dolce e precoce nella maturazione rispetto alle altre varietà grazie all’esposizione a sud dei terrazzamenti collinari di terra lavica in cui viene coltivato, a Colognola ai Colli, borgo di origine romana. La particolarità dei bisi di Colognola sta nell’estrema dolcezza del legume, che ben si abbina alle tagliatelle, e che si sposa perfettamente nel rinomato piatto “risi e bisi”; ma numerose sono le pietanze che verranno servite ai presenti, accompagnate dai vini Soave e Valpolicella Doc prodotti dalle cantine della zona. La novità 2022 sarà lo “street food” da mangiare in piedi o mentre si passeggia chiamato “ri-bisi”, da una contrazione del piatto “risotto con i bisi”, golosi piccoli arancini ai piselli serviti in un simpatico cartoccio.
Non mancherà la cultura: “Il Verdone nano è una perla verde che dà valore ad un territorio ricco di testimonianze culturali – dalle tracce della centuriazione romana ancora presenti dopo 2 mila anni nei campi, alla località Decima, il cui nome indica probabilmente il decumano che vi passava, alle ville di campagna di famiglie veronesi -; nostra intenzione è farlo conoscere sempre più ai turisti ma anche agli stessi veronesi attraverso itinerari enogastronomici”, affermano la Sindaca di Colognola ai Colli Giovanna Piubello e Enrico Martelletto, assessore alla Valorizzazione del territorio.

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