Secondo il Comité Champagne e Panbianconews, la produzione della bollicina francese ha toccato quota 326 milioni di bottiglie, in aumento dell’1,6% sul 2021; per un valore che per la prima volta supera quindi la soglia dei 6 miliardi di euro di fatturato (5,7 miliardi nel 2021). Ma se questa è la buona notizia quella preoccupante è la flessione delle vendite nel mercato interno. Le bottiglie stappate dai francesi sono state 138,4 milioni, con un calo dell’1,7 per cento. Di contro, come detto, l’estero ha registrato una crescita, stimata in un + 4,3% per 187,5 milioni di bottiglie.

Sono bravi a vendere le loro bollicine i francesi; infatti con un ottimo prezzo medio di 32 euro cad., lo Champagne sull’estero tocca una quota, sul totale vendite, del 57%, contro il 45% di dieci anni fa. Un 2022 “fortunato” non solo dal punto di vista dei numeri esteri ma anche della vendemmia, “eccezionale in per quantità e qualità” -come scrive Comité Champagne – che “contribuirà a ricostituire le scorte per soddisfare la domanda del mercato”.

E gli italiani bevono Champagne? Se si considerano i primi sei mesi del 2022, da noi le importazioni d’oltralpe hanno toccato quota 5 milioni di bottiglie circa, ben +65% rispetto al 2020, nonostante un prezzo in crescita del +20% degli ultimi tre anni.

Una salita che, complici inflazione, vendemmie scarse e domanda in crescita come abbiamo visto, comporterà anche per il 2023 un ulteriore rialzo dei prezzi al consumatore della bollicina di Asterix, anche del 15%.

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