Lactalis ha modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani che devono affrontare un insostenibile aumento dei costi. La multinazionale francese Lactalis, ricordiamo, ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli.
Così “abbiamo denunciato il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte”. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’evento “Maccarese un allevamento sostenibile”, iniziativa cui era presente anche Greentellig, che manderà in onda uno speciale dull’evento a fine settembre su Canale Italia. Ricordiamo che Maccarese è la più grande azienda agricola italiana, 3200 ha, sita nel comune di Fiumicino, ha come cor business l’allevamento bovino da latte.
Tornando alla querelle con Lactalis, il decreto legislativo in attuazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali prevede tra l’altro, segnala Coldiretti, la fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.
Una esigenza per salvare gli allevamenti italiani ed il loro impegno per la sostenibilità e la qualità della produzione nazionale che è pari a 125 milioni di quintali all’anno, circa l’80% del fabbisogno, dalla quale emerge anche la presenza in Italia di 25mila stalle da latte in calo del 20% negli ultimi 10 anni.

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