Nonostante il moltiplicarsi dell’offerta, la margherita resta la più diffusa e apprezzata. Ma non c’è pace per la vera pizza Made in Italy, con varianti che hanno fatto tremare i polsi a 1 italiano su 3 (36%) che in viaggio all’estero si è scontrato con le versioni più improbabili e i condimenti più bizzarri, dall’ananas alle banane.
La leggenda narra che nel giugno 1889, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito abbia preparato la “Pizza Margherita”, condita con pomodori, mozzarella e basilico, per rappresentare i colori della bandiera italiana. Da allora è fra le ricette più replicate al mondo.
Con un fatturato che sale a oltre 15 miliardi di euro all’anno la pizza si conferma un tesoro del Made in Italy, e colonna portante di un sistema economico che garantisce il lavoro a 100.000 addetti a tempo pieno e altrettanti 100.000 nel fine settimana o part time. In Italia – segnala una indagine Coldiretti/Ipsos – si sfornano 2,7 miliardi di pizze all’anno per 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.
Quasi 2 italiani su tre (65%) mangiano la pizza almeno una volta alla settimana, ma c’è anche un 13% che la mette nel piatto da 2 a 4 volte a settimana in pausa pranzo o come cena, a casa ma anche fuori grazie a una rete di 121mila locali da nord a sud dell’Italia.
Per combattere gli inganni è importante, per il 92% degli italiani secondo l’Indagine Coldiretti/Ipsos, che venga indicata la provenienza degli ingredienti. Andrebbe fatto per difendere un piatto che è parte integrante della tradizione nazionale tricolore a tavola, minacciata nel mondo dalla diffusione di falsi prodotti Made in Italy.

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