Davanti a San Pietro erano presenti, per la tradizionale benedizione agli animali in occasione del loro patrono San Antonio Abate (17 Gennaio), dalla capra girgentana della Sicilia ai bovini di razza chianina, dal cavallo Tolfetano tipico dei butteri laziali fino all’asino Amiatino. Ma anche – grazie ad all’Ass. naz. Allevatori (AIA), segnala Coldiretti – bovini di razza Frisona, grandi produttori di latte e ovini come la pecora Sarda importante per il Pecorino Romano Dop. Una ricorrenza sntita non solo dal mondo agricolo che vede in tutta Italia parrocchie di campagna e città “prese d’assalto” dalla allegra biomoltitudine presente sul territorio nazionale.
Ma al momento di festa va anche associata la riflessione che negli ultimi dieci anni ha chiuso i battenti una stalla italiana su cinque (20%) a causa dell’effetto combinato dei cambiamenti climatici, dei bassi prezzi pagati agli allevatori e dell’assedio degli animali selvatici. Nel giro di un decennio, dal 2013 al 2023, sono scomparsi quasi 90mila allevamenti di cui 46mila stalle di mucche, 31mila di maiali e 12mila di pecore.
Un addio che ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili. Un fenomeno che, ad esempio, mette anche in pericolo l’intero patrimonio caseario tricolore con 580 specialità casearie tra 55 Dop (Denominazione di origine controllata) e 525 formaggi tipici censiti dalle Regioni. Quindi anche l’economia, dato che l’allevamento italiano – stime Coldiretti – rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale, per una filiera che vale circa 40 miliardi di euro, con un impatto rilevante dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro sull’intera filiera.
E poi c’è il risvolto affettivo legato alla cura degli animali e alla Pet Economy.
Una casa italiana su tre (33%) ospita animali da compagnia con cani, gatti, uccellini, tartarughe e anche rettili, per un giro d’affari stimato in circa 3,5 miliardi di euro a livello nazionale. Gli animali più diffusi sono i cani, ospiti nel 42% delle case, e i gatti nel 34%. Il 62% di chi ospita animali domestici spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro e solo il 19% meno di 30 euro mensili, mentre il 15% di chi ha un animale gli dedica un budget che va dai 100 ai più di 300 euro al mese, secondo l’Eurispes. Ma c’è anche un 4% che sborsa più di 300 euro, una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente.
Ma il 2023 ha visto anche un calo della percentuale di cani, gatti&c. accuditi nelle case, tornata ai livelli del pre-pandemia dopo che l’effetto lockdown legato al Covid aveva fatto salire la presenza addirittura al 40%.

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