I dati sono ormai noti ed allarmanti: quasi 1/3 del cibo prodotto viene perso lungo la catena alimentare (13%) e nelle case (17%).  E’ una questione culturale e frutto dei nostri)distorti?) stili di vita, ma non solo. A favorire gli sprechi alimentari – segnala Coldiretti in questo particolare momento di forte critica del mondo contadino alle politiche agricole della UE – sono anche le scelte normative dell’Unione Europea con, ad esempio il nuovo regolamento sugli imballaggi, che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete. 

Una scelta che – incalzano gli agricoltori – apre ad una serie di problemi dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero anche aumentare assieme ai costi, per consumatori e produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto. Un aiuto per i consumatori considerato che nel 2024 in Italia quasi 2,5 chili di prodotti alimentari al mese in aumento dell’8% nel 2024 secondo l’Osservatorio Waste Watcher International. 

Come comportarsi? 
Leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante…

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