La notizia ha ormai fatto il giro del mondo ed anche Greentelling.com vuole rendere omaggio a quello che ormai è stato chiamato il Papa della Speranza, Jorge Bergoglio che, ieri, lunedì dell’Angelo, è salito alla casa del Padre ad 88 anni, dopo 12 di pontificato. Un “regno” che ha apportato notevoli cambiamenti nella Chiesa cattolica; porto un semplice esempio, la modifica del “Padre nostro” con il non abbandonarci alla tentazione (invece di non indurci in tentazione) o anche l’introduzione al giovedì, al posto di quelli Gioiosi – declamati anche il lunedì e il sabato -, dei Misteri della Luce, dedicati a momenti fondamentali della vita di Cristo. Sono piccoli esempi, ma Francesco ha portato novità anche molto più importanti, segni forti per credenti e non, a cominciare dalla sua enciclica dedicata alla cura della Terra (Laudato sì), dove sollecita a riflettere sull’uso delle risorse e che, come dice Carlin Petrini, “non è un’enciclica verde – come riduttivamente hanno detto alcuni personaggi: non è un’enciclica ambientale ma sociale a tutto tondo, con al centro l’ecologia integrale, che vede chiaramente le connessioni tra la sofferenza dell’ambiente e la sofferenza dell’umanità”.

Un altro tema che viene fortemente sottolineato in questa e nelle altre encicliche di papa Francesco è il concetto di scarto, che questa società di fatto applica anche agli essere umani, concetto che è inaccettabile per i cristiani. “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo” dice la Bibbia ripresa da Gesù nel Vangelo di Marco al cap. 12. Jorge Bergoglio rimarca così l’attenzione ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, agli scartati da una società cinica e tesa perlopiù a sviluppare concetti di produttività economica, che di promozione umana. Interrogativi che egli rivolge ad ognuno di noi in modo diretto.

Il Papa ha poi più volte lodato il lavoro degli agricoltori, invitando ad esempio a tutelare i piccoli produttori, che spesso sono schiacciati dalle logiche di mercato, e a garantire loro condizioni di vita e di lavoro. Ha anche incontrato i pescatori ricordando che i primi discepoli di Gesù erano pescatori.

Certamente questa analisi meriterebbe più spazio, ma vediamo ora come si sono espresse le realtà del settore primario di fronte a questa inaspettata triste notizia.

Coldiretti: “esprimiamo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco che spesso ha levato la sua voce sulla necessità di tutelare la centralità del lavoro degli agricoltori e il diritto all’accesso a un cibo sano e sostenibile, combattendo povertà e diseguaglianze”. Il Presidente Ettore Prandini ricorda che “le sue encicliche da “Laudato si” a “Fratelli tutti” hanno rappresentato un’ispirazione per la costruzione di politiche di salvaguardia dell’agricoltura familiare, di rispetto della terra e di promozione di modelli di welfare rurale”. Papa Francesco ci ha fatto capire l’importanza di non lasciare indietro nessuno, senza dubbio un messaggio centrale per la vita della nostra organizzazione e degli agricoltori italiani”.
 
Confagricoltura, oltre ad esprimere “profondo cordoglio per la scomparsa di sua Santità, sottolinea che è impossibile dimenticare l’enciclica “Laudato si’”, con la quale il santo padre ha richiamato con forza l’importanza di un’agricoltura sostenibile e del rispetto per la terra, sottolineando il valore del cibo come bene primario e diritto universale. Le sue parole sulla necessità di garantire la sicurezza alimentare per tutti, nel rispetto dell’ambiente e della dignita’ del lavoro agricolo, resteranno per noi guida e ispirazione”.

Cia-Agricoltori: “Papa Francesco, in questi anni difficili è stato uno strenuo difensore della giustizia sociale e dei diritti umani, ma anche un grande amico della terra e di chi la cura”. Così un passaggio della dichiarazione del presidente nazionale Cristiano Fini.
 
Confcooperative: per Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative, “con Papa Francesco –  si spegne l’unica voce costruttrice di pace. E’ stata continua la sua denuncia a favore delle persone più fragili e del dilagare delle diseguaglianze. La nostra speranza ora è che questa azione evangelica possa proseguire nel prossimo pontificato”.

(Mimmo Vita)

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