Il fenomeno del vino dealcolato sta attraversando una fase di espansione, spinto da una crescente domanda di giovani orientati a nuove abitudini, di consumatori attenti alla salute, fino a chi non può assumere alcol per motivi personali. La dealcolazione si propone di preservare le caratteristiche del vino originale, eliminando l’alcol attraverso tecniche specifiche.
Il vino dealcolato, o analcolico, si ottiene rimuovendo l’alcol da un vino normale attraverso processi come l’osmosi inversa o la distillazione sottovuoto. Tecniche che rimuovono l’alcol senza l’uso di sostanze chimiche.   Questi processi permettono di ottenere vini con un contenuto alcolico inferiore allo 0,5% (dealcolato) o compreso tra lo 0,5% e l’8,5/9% (parzialmente dealcolato). In questo contesto, il decreto ministeriale del novembre 2024 ha introdotto un quadro normativo più chiaro per la produzione e l’etichettatura dei vini zero alcol, rafforzandone la trasparenza e la qualità.
Come ricorda la Fondazione Veronesi, in Italia, perché un prodotto possa essere chiamato “vino” deve presentare una gradazione alcolica di almeno il 9%, salvo alcune eccezioni legate a denominazioni particolari. Il vino dealcolato, o per meglio dire dealcolizzato, come definito secondo la Direttiva Europea 2021/2117, ha un tasso di alcol non superiore a 0,5% vol., mentre il “vino parzialmente dealcolizzato” ha un tasso alcolometrico compreso tra 0.5% e 9%. È proprio la direttiva UE a stabilire regole e standard per la produzione e la commercializzazione di vini dealcolati nell’Unione Europea. Queste norme sono volte a tutelare i consumatori grazie a standard produttivi sicuri e trasparenti, e ad etichette chiare che permettano alle persone di sapere cosa stanno acquistando e consumando.
Secondo i dati raccolti da IWSR (International Wine and Spirits Record), quasi il 17% dei consumatori di bevande analcoliche nell’ultimo anno è rappresentato da new entry, a testimonianza di un crescente interesse verso scelte di consumo più consapevoli.
A livello globale, il settore ha registrato una crescita del 5% nel solo 2023, e le previsioni parlano chiaro: ci si attende un incremento medio annuo del 7% fino al 2027.

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