“Impedire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali, proteggerli e migliorarli al fine di raggiungere un buono stato delle acque superficiali”. Perché si discute di una questione che “sembra”, ai non addetti, assolutamente ovvia?
Vediamo. Se ne è parlato recentemente a LongaroneFiere; il tema era “Il deflusso ecologico: prospettive di applicazione della normativa europea” presenti il Consorzio BIM Piave di Belluno, la Regione del Veneto, l’UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, la Provincia di Belluno, il Comune di Longarone e Longarone Fiere Dolomiti. Una questione quindi che parte dalla montagna ma che riguarda anche la valle, la pianura.
Starter dell’incontro la Direttiva Europea Quadro sulle Acque che è impegnata ad: “impedire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali, proteggerli, migliorarli e ripristinarli; proteggere e migliorare tutti i corpi idrici artificiali e quelli fortemente modificati, al fine di raggiungere un buono stato delle acque superficiali”.
Proprio per raggiungere questo obiettivo, è stato detto, fu introdotto nel 2012 il concetto di deflusso ecologico, parametro che si riferisce al “volume d’acqua necessario affinché un ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari”. E definito poi, recentemente, il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee. Ecco il punto: a partire dal 1° di gennaio 2022 quello del deflusso ecologico sarà il parametro di riferimento per la determinazione delle portate derivabili dai concessionari.
Quali saranno le conseguenze dell’applicazione della nuova normativa, ad esempio, per il bacino del Piave? Critico l’Assessore Veneto all’Ambiente, G. Bottacin: “Con la nuova normativa europea, sia dalle nostre simulazioni oltre, che da quelle degli Enti che si occupano di acqua come Enel e Consorzi di bonifica, si è verificato che mancherebbe per quasi tutto l’arco dell’anno l’acqua nei nostri laghi con conseguenze devastanti. Ecco perché abbiamo approvato una Delibera di Giunta, in accordo con l’Autorità di Bacino quale Ente che fa applicare questa normativa, con la possibilità di andare in deroga”. Il Presidente del Consorzio Bim Piave di Belluno Marco Staunovo Polacco ha ricordato che il convegno è dedicato anche agli impatti che potrà avere sullo svuotamento dei laghi montani, sull’agricoltura in pianura e sulle derivazioni idroelettriche”. “Bisogna ragionare con il modello dei contratti di fiume all’interno dei quali le criticità ecosistemiche vengono valutate insieme a tutti i portatori di interesse” ha sottolineato Pierluigi Svaluto Ferro, presidente dell’Assemblea di Federbim – Federazione nazionale dei Consorzi di Bacino imbrifero montano –, preoccupato per l’applicazione rigorosa di questa ​normativa europea, perché non tiene in considerazione il fatto che potrebbe portare importanti implicazioni negative nei confronti della montagna e della sua economia. Infine l’ambiente: per il Presidente di UNCEM, Marco Bussone, ha tenuto evidenziato come siamo già nel pieno di una transizione ecologica; e Gian Angelo Bellati, Presidente di Longarone Fiere Dolomiti, che ha rimarcato come da tre anni il tema dell’ambiente è diventato fondamentale anche per la montagna: “Il Green Deal, questo grande obbiettivo del 2050 di un’Europa senza anidride carbonica è la strada da seguire. Ci occuperemo di questo tema praticamente in tutte le nostre manifestazioni, anche nell’ambito della prossima Ri-Costruire (19-20 e 25-26-27 febbraio 2022)”.

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