La Grande Distribuzione Organizzata (GDO, ovvero le catene dei supermercati) sembra tracciare una nuova rotta nel mondo del consumo, dando più spazio a prodotti a base vegetale, etici, trasparenti e accessibili. A rendere tutto questo possibile è il ruolo strategico delle marche del distributore (MMD) o private label, che sempre più spesso si affidano alle certificazioni. Anche perché etica, gusto e tracciabilità stanno conquistando sempre più spazio nel carrello della spesa degli italiani. L’obiettivo della GDO sembra chiaro: intercettare un pubblico in crescita, composto non solo da vegani e vegetariani, ma anche da consumatori sempre più attenti alla sostenibilità, alla salute e alla coerenza dei valori dei brand.
Nel 2024 le vendite al dettaglio in Italia di cinque categorie chiave del plant-based (latte, carne, formaggi, yogurt, panna) hanno raggiunto i 639 milioni di euro, con una crescita del +7,6 % rispetto al 2023 e del+16,4 % rispetto al 2022.
A trainare il trend sono proprio le cosiddette private label, le cui vendite in queste categorie sono aumentate del +17,4 % tra il 2022 e il 2024. Nel solo settore del latte vegetale, i prodotti a marchio del distributore rappresentano oggi oltre il 50 % del mercato (dati Circana, elaborazione Good Food Institute Europe).
La transizione verso un’offerta più sostenibile ed etica rappresenta dunque una grande opportunità anche per la Grande Distribuzione Organizzata. Puntare sul plant-based oggi vuol dire guardare al mercato di domani, costruendo un modello di distribuzione più attento al benessere delle persone e del pianeta.
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