Gli manca la barba, ma forse le physique du rôle di Babbo Natale potrebbe anche confacergli. Per Dario Loison, che lo scorso novembre al Merano Wine Festival ha visto premiati con i Wine Hunter Award GOLD (seconda vittoria consecutiva) il suo Panettone Agrumato e il Pandoro al Caramello salato, questo periodo COVID è sinonimo di “problemi”, come per tutti noi del resto. Ma ormai il panettone è conosciuto e aaprezzato in tutto il mondo, vero?
“Si, specie quello artigiano di qualità. Sono molti coloro che hanno migliorato in questi anni questo prodotto italiano. Il panettone è ormai un cult, è l’elemento che fa la festa, anche se a me piacerebbe destagionalizzarlo. Da tempo lavoro su abbinamenti dolce-salato in cucina con il panettone protagonista. È un ottimo modo ad esempio per utilizzare le rimanenze di questi giorni”.
Il pasticcere di Costabissara (VI) esporta in quasi 60 nazioni fino in Nuova Caledonia (Oceania). “Il panettone è cresciuto assieme al Made in Italy, uno stile cercato in tutto il mondo, anche per la cucina. L’abbinamento di questo pane dolce poi con le nostre eccellenze di qualità, lo rende unico e irresistibile. Le possibilità sono infinite: dal Chinotto di Savona (Presidio Slow Food), allo Sciroppo di Rose liguri (Presidio Slow Food), dal Mandarino tardivo di Ciaculli (Presidio Slow Food) alla Liquirizia di Sibari o il Fico della Calabria e le Mandorle di Bari e di Avola”.
E come vede il futuro del settore? Con la qualità e la passione non ci sono problemi di futuro. Guardi, se c’è un premio a cui tengo molto è quello ricevuto dall’Istituto Filippin, riservato agli ex allievi, con motivazione: “Per aver saputo mantenere… uno sguardo sempre rivolto ai giovani ed alla loro crescita, sia personale che professionale. Nella nostra realtà produttiva, oltre a mia moglie Sonia che cura tutta la parte “sartoriale” di tutti i nostri prodotti – la confezione, l’occhio, vuole la sua parte… -, opera anche mio figlio Edoardo, la nostra quarta generazione Loison.”