Dal dire al fare: i 13 comuni del Soave (VR), che avevano adottato nel 2020 nei propri regolamenti comunali il Modello di Gestione Viticola Avanzata, hanno ora concluso un lungo lavoro di mappatura del territorio con l’individuazione delle aree sensibili. Un risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra la direzione agro ambiente della Regione Veneto, lAULSS 9 e i sindaci e gli assessori dei 13 comuni appartenenti alla denominazione, ovvero: Soave, Monteforte d’Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, San Bonifacio, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno. Il protocollo intercomunale verrà quindi applicato da questa stagione vendemmiale e prevede regole più stringentiper quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti fitosanitari in vigneto, soprattutto nei pressi delle zone considerate sensibili, ovvero vicino ai centri abitati e frequentati dalla popolazione; un processo di consapevolezza del territorio verso la lotta integrata, contro le malattie fungine e gli insetti. 
Sono 13.000 gli ettari della DOC Soave, di cui 7.000 vitati e gli altri a colture come ciliegi o olivi. È questa importante incidenza dell’agricoltura nell’est veronese (pari al 78% della superficie) che ha portato le amministrazioni comunali a dover prestare particolare attenzione all’incidenza dei trattamenti fitosanitari per poter dare indicazioni precise agli operatori. Un’esigenza molto sentita anche in funzione della strategia dell’Unione Europea denominata Farm to Forkche prevede una trasformazione dei sistemi agricoli europei verso un regime alimentare comunitario più sano e sostenibile. Spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave:”Questo cambio di passo ci ha portato alla creazione e all’applicazione concreta di un protocollo intercomunale. Il protocollo non dà solo le regole ma permette, cosa più importante, il monitoraggio dell’efficacia delle stesse, per poterle misurare e validare”.

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