Un più equo criterio per la ripartizione delle risorse del Programma di sviluppo rurale a cominciare dal biennio di transizione 2021-2022: per raggiungere questo obiettivo quindici Regioni, hanno scritto a Roma e a Bruxelles. A dire il vero in un primo momento le 15 Regioni, quasi tutte del centro nord e le province autonome di Trento e Bolzano, avevano proposto in un primo momento il calcolo dell’indice di riparto sulla base di quattro parametri, ovvero il numero delle aziende agricole, la SAU (superficie agricola utilizzata), la superficie forestale e la Plv, cioè la produzione agricola, ognuna considerata in modo paritario (25%). Ma, considerate le argomentazioni espresse dalle sei Regioni contrarie, sono stati introdotti successivamente altri parametri, ad esempio quello di considerare la popolazione rurale dei comuni classificati C e D. Per questo motivo le quindici realtà regionali e provinciali hanno inviato una lettera in cui si precisano le nuove richieste, al Commissario europeo per l’ Agricoltura, Janusz Wojciechowski e al Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli.

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