Molto positivo l’export lo scorso dicembre di Grana Padano e Parmigiano Reggiano (hanno un unico codice doganale) con un +12,7% su base tendenziale. Osservatorio privilegiato per capire l’andamento dei mercati è il Consorzio di tutela del Grana Padano, primo formaggio Dop per quantità prodotta al mondo: «Grazie alla programmazione stabilita dai consorziati – spiega il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni – l’incremento produttivo a livello italiano non influisce direttamente sull’attività consortile». Tuttavia, diventa fondamentale approcciarsi al sistema lattiero caseario nazionale senza trascurare due elementi chiave. Prima di tutto bisogna individuare i motivi per i quali il latte alla stalla è storicamente pagato di più rispetto al latte prodotto in Olanda, Francia o Germania – afferma -, che sono essenzialmente due. Il primo è che l’Italia è un Paese deficitario nella produzione di latte rispetto al fabbisogno: i costi di trasporto legati all’import, individuabili in circa 4 centesimi al litro, fanno sì che la produzione estera sia meno competitiva. Secondo fattore è che buona parte del latte italiano è destinato a prodotti di pregio come i formaggi Dop o latte alta qualità. Essenziale – secondo Berni -, non inficiare tale equilibrio. Infatti se trasformiamo troppo latte in prodotti Dop o, comunque, ad elevato valore aggiunto si rischia di non assicurare più il vantaggio competitivo che ha il prezzo del latte destinato a Grana Padano, come dimostrano anche i dividendi delle cooperative del 2020, tutti al di sopra dei 43 centesimi per litro di latte conferito».  L’allerta deriva anche dall’avvicinarsi all’autosufficienza nella produzione di latte italiano, uno degli elementi che ha permesso di remunerare di più il latte alla stalla Made in Italy. Come evitare che il settore italiano perda competitività? «Si potrebbe seguire l’esempio attuato in Francia dalla cooperativa Sodial – continua Berni –, attuando una diversificazione della remunerazione del prezzo del latte, con una quota A per la materia prima trasformata a Grana Padano e una quota B per il latte conferito dall’allevatore, ma che non verrebbe immesso nel circuito della Dop, ma sarebbe impiegato per commodity lattiere. In questo modo non porremmo alcun vincolo alle stalle, ma faremmo in modo di salvaguardare le produzioni a più elevato valore aggiunto, così da tutelare l’intero sistema produttivo italiano».

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