L’Italia, assieme alla Francia, è il Paese dell’Unione Europea a registrare il maggior numero di prodotti riconosciuti dai marchi DOP/IGP/STG, ovvero le Denominazioni dell’agroalimentare di qualità. A sua volta il Veneto, con Emilia-Romagna e Toscana, domina questa prestigiosa graduatoria a livello nazionale. Per la nostra regione un importante contributo arriva dalla provincia di Rovigo, presente in questo gustoso paniere con ben cinque prodotti: il Riso Delta del Po IGP, l’Insalata di Lusia IGP, il Radicchio di Chioggia IGP (produzione interprovinciale), la Cozza di Scardovari DOP e l’Aglio Bianco Polesano DOP. E’ su questi ultimi due prodotti che si focalizzano gli approfondimenti di questa settimana di VenetoAgricolturaChannel, la fortunata serie a puntate diffusa via Social dall’Agenzia regionale. La Cozza di Scardovari DOP, la cui produzione si concentra in un periodo limitato dell’anno (da fine aprile ai primi di giugno), viene prodotta esclusivamente nel Comune di Porto Tolle (Ro), appunto nell’area attorno alla Sacca di Scardovari, dove operano numerose imprese familiari. Nel focus di Veneto Agricoltura (disponibile sul canale YouTube: https://cutt.ly/LcVMvV7) il presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Mancin, ricorda che la prima cooperativa per la lavorazione della cozza è sorta qui addirittura nel 1936. “Da allora – sottolinea Mancin – di strada ne è stata fatta parecchia: riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta da parte dell’Unione Europea nel 2013; commercializzazione del prodotto in tutta Italia e anche all’estero; riconoscimento dell’altissima qualità di questo mitilo dolce e tenero da parte dei più grandi chef internazionali”. In altre parole, una prelibatezza della nostra tavola veneta che ha saputo imporsi anche ben oltre i confini regionali e superare, cosa non da poco, questo difficile momento dovuto alla prolungata chiusura dei ristoranti a causa della pandemia per Coronavirus. L’altro prodotto finito sotto i riflettori di VenetoAgricolturaChannel è l’Aglio Bianco Polesano DOP (https://cutt.ly/3cV3muT), coltivato in quest’area fin dai tempi dei romani. “Un prodotto – afferma nel focus Massimo Tovo, presidente del Consorzio di Tutela – che si è affermato grazie alla capacità dei produttori locali di tramandarsi di generazione in generazione l’ecotipo della preziosa semente, capace di dar vita ad una tipologia di aglio del tutto speciale, dal profumo intenso e costante che sa di fresco e che si conserva a lungo in maniera naturale”. Un prodotto che oggi viene coltivato su 150 ettari di terreno distribuiti in ben 29 comuni della provincia di Rovigo.

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