179 novità assolute; 259 riconoscimenti (Grande Olio, contraddistinto dal simbolo di un’oliva e Grande Olio Slow indicato con la dicitura “Slow”); 36 chiocciole, riconoscimento alle aziende, e non all’olio, che interpretano i valori di Slow Food; 168 oli riconosciuti come Presidi Slow Food.  “Guida agli Extravergini 2021” (a cura di Slow Food Italia,  www.slowfoodeditore.it  pagine: 480; prezzo al pubblico: € 16,50; online: 15,68; soci Slow Food: 13,20) è un agile volumetto che segnala 838 aziende e 1328 oli di qualità, utile per avvicinarsi al complesso mondo degli oli extravergini.  A dire il vero quelli “assaggiati” sono stati circa 1500, a dimostrazione di quanto larga sia oggi l’offerta olivicola nazionale, che copre quasi tutto il territorio della penisola. Infatti Slow Food si è valso della collaborazione di oltre 100 collaboratori per questa iniziativa. A emergere dagli assaggi, oltre alla qualità diffusa, è sicuramente la grande vitalità e l’attenzione del comparto per le varietà autoctone: molti i monovarietali, tutti lavorati con grande accuratezza ed eccellenza, frutto talvolta di una certosina e lodevole opera di recupero locale. La Guida presenta gli olii segnalati regione per regione, partendo dal Nord, poi Centro e Sud, infine le isole.   Ma com’è andata la campagna 2020? Secondo calcoli elaborati da Ismea e Unaprol, la produzione di quest’anno, cioè il risultato della raccolta dell’autunno 2020, si è assestata sulle 255mila tonnellate, con un calo del 30% sul 2019. A trainare verso il basso le rese è stata la pronunciata riduzione del raccolto nel sud Italia (Puglia e Calabria in testa), a causa dell’annata di scarica e di dannosi eventi atmosferici e fitosanitari, non compensata dai buoni risultati del centro-nord. Qualitativamente invece la raccolta 2020 si conferma buona. Nonostante queste difficoltà generali, la Guida registra alcuni trend interessanti. Il numero delle aziende recensite è aumentato e si registra, in molte regioni, una crescita dei giovani imprenditori, insieme a un incremento di chi opera in regime biologico e di coloro che hanno deciso di bandire dai propri terreni i prodotti di sintesi.   Il progetto promuove anche il valore ambientale, paesaggistico, salutistico ed economico dell’olio, che tutela oliveti antichi e cultivar autoctone, segnalate alla fine di ogni presentazine di regione. Ma sul volumetto Slow Food ci sono altre piacevoli sorprese come la foglia che indica l’olio certificato biologico e il carrello che segnala le aziende organizzate per la vendita online, oltre alle aziende che offrono servizio di ristorazione (ben 266, identificabili con l’icona del piatto) e la possibilità di pernottamento (360, indicate con il simbolo della casa), utili riferimenti in questo periodo di ripristino (forse) di una normalità che manca a tutti sempre più. 

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